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martedì 24 febbraio 2009

Ranieri prepara l'arrembaggio: "Tridente? Ho anche Iaquinta". E su Nedved...

Meno 24. A poche ore dalla sfida tra Chelsea e Juventus
Claudio Ranieri non si è sbilanciato su chi sarà schierato in attacco: "Un tridente con Amauri, Trezeguet e Del Piero? Ma io ho a disposizione anche Iaquinta. Vedremo".

L'allenatore bianconero ha parlato anche di Pavel Nedved, aprendo alla possibilità che il ceco non abbandoni l'attività a fine stagione: "Nedved? Si sta divertendo come non mai. Non sono convinto che a fine stagione smetterà di correre per noi".

La chiusura è dedicata ad una battuta e una frecciatina alla stampa italiana: "Se tinkerman si traduce in italiano con pasticcione? Pasticcioni sono i giornalisti italiani che fanno traduzioni così".

Corri Hiddink, corri! «Non c'è tempo, giocheremo sin da subito al 100%»

Hiddink corre, eccome se corre. A poche ore dall'esordio in Champions League sulla panchina del Chelsea, il ct della Russia stabilisce un cardine della sua gestione Blues: "Niente scuse. Non posso prendermi un mese di tempo per affiatarmi con la squadra, le partite vanno giocate al 100% sin da subito, queste in particolare. Certo, avrei voluto più tempo per preparare le gare con l'Aston Villa e la Juventus, ma non c'è stato e non posso nè voglio parlare di scuse".

Dice Juventus, e pensa a Ranieri. Un tecnico che conosce bene: "La Juve è una squadra ben preparata, e lo deve al suo allenatore. A Valencia la gente ha un ottimo ricordo di lui, è un allenatore gentiluomo, una persona estremamente intelligente, un signore del calcio che sa sopportare benissimo le pressioni. Ha creato una squadra altamente competitiva, ci aspettano due partite molto difficili".

Ma guai lasciarsi andare a facili sentimentalismi. Hiddink ha ben chiaro ciò che lo aspetta: "La Juve sta facendo meglio della Roma, e le squadre italiane in generale sono sempre difficili da affrontare perchè sono molto ben preparate. Dal canto nostro, in questi mesi non ci siamo espressi al meglio, ma abbiamo ancora tante possibilità, siamo ancora in gioco e domani potremo fornire una grande prestazione".

Quale l'obiettivo, a fronte di una tale mole e qualità di lavoro da affrontare? "Stiamo giocando contro la crema del calcio europeo, e puntiamo ad essere in Champions anche ad Aprile e a Maggio. E' l'ambizione della società, dei giocatori, mia". E poi, l'importanza dello stadio. "Lo Stamford Bridge ci regalerà emozioni speciali. I nostri tifosi nutrono grosse aspettative, e la nostra squadra ha grande energia ed un'enorme passione per quello che fa".

Fuoco alle polveri, dunque. L'era Hiddink promette di fare scintille, almeno quanto le sue parole.

Ranieri arriva a Stamford e scherza: "Oh, vi ricordate quando senza un pound..."


"Il riconoscimento della gente è sempre molto bello, anche se io non ho fatto tanta storia qui". Umile e concentrato, Claudio Ranieri è pronto a ricevere l'abbraccio della gente del Chelsea.

Domani la sua Juventus scenderà in campo a Stamford Bridge e per questo l'allenatore bianconero sa già che ci saranno diverse emozioni da racchiudere prima di scendere sul prato verde. "Spero di essere accolto bene - ha detto in conferenza stampa dopo l'allenamento di rifinitura - il riconoscimento della gente è qualcosa di particolare. Nei quattro anni al Chelsea ci siamo tolti delle soddisfazioni, come l'anno in cui senza spendere un pound abbiamo raggiunto la Champions, o l'anno in cui è arrivato Abramovich, anche se poi non ci fu tanto tempo per fare la campagna acquisti. Non dimenticherò mai questa esperienza, ma ora dobbiamo cercare di concentrarci sulla gara di domani".

Sulla qualificazione: "Saranno due gare molto particolari. Sappiamo la forza del Chelsea e tutto può succedere. Noi rispettiamo i Blues e siamo convinti che possiamo dire la nostra e ci proveremo con tutte le nostre forze. Difficile fare percentuali, loro sono favoriti ma noi possiamo farcela". Sui possibili attriti con Abramovich: "Non è vero. Se lo incontrerò gli stringerò la mano".

Una gara che per la Juventus vale moltissimo: la Champions League potrebbe essere davvero la competizione della svolta della stagione...

Di Carlo guarda avanti: "Basta pensare a domenica, ora c'è l'Atalanta"


Il tecnico del Chievo vuole voltare pagina e dimenticare quanto successo domenica a Firenze, con il gol della vittoria viola segnato da Mutu dopo aver fatto fallo su Mandelli. "Non ha più senso parlare degli episodi sfavorevoli contro la Fiorentina, non porta più a nulla". Di Carlo ci tiene anche a fare i complimenti ai suoi ragazzi: "Non ho nulla da rimproverare ai giocatori. La mia squadra ha dimostrato di avere personalità, ma ora  dobbiamo concentrarci sull' Atalanta".

A proposito della sfida contro gli orobici interviene anche Santiago Morero, che contro i viola ha segnato il suo primo gol in serie A: "L'Atalanta è una squadra molto temibile, soprattutto in casa. Da parte nostra servirà una gara intelligente". Morero ha poi ricordato la sua prima rete segnata nella massima serie italiana: "E' stata una grande gioia, peccato non sia servita per vincere". Quanta amarezza.

Squalificati serie B: diciotto gli appiedati dal giudice sportivo

Due squalificati in serie B per un turno, si tratta di Alessandro Moro del Treviso  e Andrea Sottil del Rimini

Sedici sono stati invece i giocatori appiedati per un turno, si tratta di: Djamel Mesbah (Avellino), Maurizio Peccarisi e Ivan Fatic (Salernitana), Erminio Rullo (Triestina), Riccardo Zampagna (Sassuolo), Mattia Biso (Frosinone), Edoardo Braiati e Thomas Iyock Job (Pisa), Filippo Cristante (Mantova), Daniele Di Donato (Ascoli), Alessandro Gazzi (Bari), Duccio Innocenti (Vicenza), Salvatore Mastronunzio (Ancona), Simone Missiroli (Treviso), Daniele Vantaggiato (Parma), Davide Zoboli (Brescia).

Il Grosseto ha ricevuto un'ammenda di 15mila euro con diffida perchè "un suo sostenitore, al termine della gara, ha lanciato dalla tribuna centrale nel recinto di giuoco una moneta in direzione di un assistente, colpendolo ad una gamba e cagionandogli una lesione di lieve entità". Multata anche l' Ancona di 2mila euro.

Robben punta il dito: "Odio il Liverpool"

Arjen Robben mastica ancora amaro pensando alla doppia eliminazione subita per mano del Liverpool in Champions League  nelle stagioni 2004/05 e 2006/07, quando vestiva la maglia del Chelsea.

Ma domani sera il giocatore olandese potrebbe finalmente avere la sua rivincita quando il Real Madrid ospiterà al Santiago Bernabeu i "Reds": "Ho una grandissima voglia di battere il Liverpool - ha detto Robben alla vigilia della sfida -. Loro sono molto temibili ma quando ero al Chelsea non mi piaceva giocarci contro".

Il giocatore ha poi rincarato la dose: "Preferisco giocare contro squadre come Manchester United o Arsenal, perchè al Liverpool proprio non sanno come si gioca a calcio. Sono solo molto fisici, corrono molto e sono tatticamente ben preparati".

Robben è sicuro che il doppio confronto si risolverà già domani sera: "Non penso sarà un problema giocare il ritorno ad Anfield, perchè molto dipenderà dalla partita di andata. Per noi è imperativo incere al Bernabeu senza concedere goal. Allora, là non avremo problemi".

Cavani criticato? Il Palermo insorge: "Giù le mani, è FONDAMENTALE!"

Quelle critiche ad Edinson Cavani per qualche occasione di troppo fallita contro la Juventus non sono andate giù a Walter Sabatini. Se poi si aggiunge che la circostanza è stata usata dai detrattori del 22enne uruguaiano per rinfocolare la polemica sull'assenza di una punta di peso nel Palermo, ecco che si spiega perchè il Ds rosanero abbia deciso di pronunciarsi in maniera dura sulla questione.

"Adesso basta - sbotta Sabatini alla Gazzetta dello Sport - giù le mani da Cavani. Sembra che Edison sia diventato un problema, ed invece senza di lui non c'è gioco. Che sia ben chiaro: solo perchè abbiamo lui possiamo permetterci un certo tipo di gioco. Che tutti in Italia apprezzano da tempo. Se non c'è Edinson salta il nostro progetto tecnico con effetto immediato. A chi mi dice che il Palermo deve giocare con una punta profonda, rispondo che solo grazie al movimento di Cavani noi possiamo esprimere certi contenuti".

Ma non finisce qui, visto che ce n'è anche per chi pensa di poter approfittare di questa campagna negativa per strappare il giocatore al Palermo: "Noi Cavani ce lo teniamo stretto e, anzi, lo ringraziamo per quello che fa in partita e in allenamento. E' un ragazzo generoso. E non dimenticate che 8 gol li ha già messi a segno...".

Champions League - Lione VS Barcellona

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Ore 20.45
Stade de Gerland, ore 20.45



Champions League - Inter VS Manchester United

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Ore 20.45
Sadio San Siro, Milano


Champions League - Atletico Madrid VS Porto

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Ore 20.45
Stadio Vicente Calderòn, Madrid



Champions League - Arsenal VS Roma

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Ore 20.45
Emirates Stadium, Londra






Inter, in difesa c'è Rivas


"We know we can win". Si legge sul sito ufficiale dell'Inter, nelle dichiarazioni di Josè Mourinho alla stampa inglese, e pure nei dialoghi delle migliaia di tifosi interisti in coda per entrare al Meazza. "Sappiamo di poter vincere" è l'estrema sintesi della filosofia dell'allenatore interista, che da sabato sera ripete gli stessi concetti: convinzione nei propri mezzi, approccio non troppo teso a quella che resta (per il momento) la partita dell'anno, non ingigantire il mostro. Perché se ci si ferma a pensare ai titoli conquistati dal Manchester United nell'ultimo anno, o alla qualità dei "tre quarti" di Ferguson, è meglio non scendere in campo.

TOCCA A RIVAS - Il portoghese ha fatto pochissima pretattica nei giorni che hanno preceduto lo sbarco dei Red Devils a Milano. "Giocheremo come abbiamo fatto in campionato. 4-4-2, centrocampo con Cambiasso, Muntari e Zanetti, con Stankovic dietro ad Adriano e Ibrahimovic". Risolto il dubbio legato alla coppia di centrali difensivi da affiancare agli esterni Maicon e Santon. Rivas gioca al fianco di Chivu, che tra un infortunio e l'altro rappresenta comunque una prima scelta quando in ballo ci sono anche esperienza internazionale e sangue freddo. Non sarà in panchina invece Vieira. Il francese non si aspettava di essere escluso e l'ha detto chiaro e tondo a L'Equipe. "Sono ovviamente sorpreso. Essendo stato convocato per le ultime due partite, pensavo di esserci". Se ne riparlerà da domani.

INCASSO REDORD - La zona attorno a San Siro ha cominciato ad animarsi nel primo pomeriggio. La società ha deciso di anticipare alle 17.30 l'apertura dei cancelli (come accaduto nell'ultimo derby) e per il momento non si registra alcun problema di ordine pubblico. Sono oltre 6mila i sostenitori inglesi (poco più di 4.200 i tagliandi spediti all'Old Trafford) che durante il giorno hanno "colorato" le zone più note della città come accade a ogni trasferta di stampo britannico. Lo stadio è completamente esaurito con un incasso record di circa 3 milioni e 500mila euro.

SUBITO BERBATOV - Ferguson lancia Ryan Giggs e rinuncia a Rooney. Unico riferimento offensivo sarà Berbatov, con Ronaldo libeo di inserirsi. A centrocampo Carrick, Scholes, Park e Fletcher (al quale i ladri hanno appena svaligiato l'appartamento di Bowden). Arbitrerà Medina Cantalejo: con lui l'Inter non ha mai vinto in 3 partite, sempre in trasferta. Il Manchester al contrario, ha una tradizione del tutto favorevole con il fischietto spagnolo (non ha mai perso).

Roma, Lazio e Genoa sfidano mezza Europa: vogliono NENE'!


Il giocatore brasiliano del Nacional Ânderson Miguel da Silva detto semplicemente Nenê, lungamente corteggiato dal Deportivo La Coruna e sul taccuino da tempo Amburgo, Hannover 96 e Arsenal potrebbe non finire né nella Liga, né in Premier e tanto meno nella Bundesliga.  Secondo Ojogo.pt su di lui ci sarebbero anche il Saint-Etienne, il Lokomotiv Mosca ed il Benfica. Il calciatore che si è reso protagonista sin qui di una eccezionale stagione con una ottima vena realizzativa potrebbe viceversa approdare nel nostro campionato dato che le pretendenti italiche non mancano di sicuro: su Nenê ci sarebbero anche Roma, Lazio e Genoa.  Ad aumentare l’interesse nei confronti del calciatore, secondo il quotidiano, è anche il fatto che presto Nené potrebbe avere il passaporto da comunitario dal momento che la moglie ha origini portoghesi e questo permetterebbe ai vari club a lui interessati di tesserarlo con lo status europeo.  La prima offerta fatta dall’Amburgo di 4 milioni di euro è stata rifiutata e bisognerà verificare ora quali saranno gli argomenti delle altre pretendenti.

Emissari del Barça a San Siro: giocherà il terzino mancino del futuro...

Patrice Evra, laterale del Manchester United che si appresta ad affrontare l’Inter in Champions League, pare rientrare nei piani del Barcellona in vista della prossima stagione. Guardiola vuole rafforzare la fascia sinistra dei blaugrana e avrebbe pensato al calciatore francese di origine senegalese come obiettivo da raggiungere.

Sicuramente, come si sottolinea in Spagna, non sarà facile portare via il giocatore dai Red Devils poiché gode di grande stima da parte del tecnico Sir Alex Ferguson. A rendere più complicata la cosa, poi, contribuisce anche il costo del cartellino, dato che, per poter fare una offerta degna di considerazione, il Barça dovrebbe partire con una proposta di circa 20 milioni di euro: decisamente elevata per un difensore.

Due i dati da prendere in considerazione: la scarsa intenzione di vendere Evra da parte dello United e la ferma volontà da parte del Barcellona di acquistare il laterale. La cifra “di partenza” appare decisamente elevata, ma se venisse superata ed incrementata da parte della dirigenza catalana, i Red Devils potrebbero decidere di lasciar partire il giocatore.

Alta tensione Napoli: lite fra scapoli e sposati

Chiusi nell'eremo di Castelvolturno per l'ennesimo ritiro. Da una parte ci sono i sudamericani, dall'altra il resto della squadra. Una spaccatura evidenziata ancor di più domenica sera, quando Pierpaolo Marino ha prima incontrato Cannavaro e Montervino e dopo un quarto d'ora di colloquio ha convocato al tavolo della discussione anche l'uruguaiano Gargano e l'argentino Navarro. C'è stato un momento di tensione, di accuse precise che hanno riguardato le notti brave che spesso hanno come protagonisti Lavezzi, Navarro, Gargano e qualche giovane come Russotto o Santacroce. Il gruppo degli sposati è insorto per l'ennesimo ritiro. «Per le loro bravate paghiamo noi le conseguenze», ha sottolineato qualcuno. 

Che i sudamericani caratterizzino le serate napoletane non è una novità. Basti ricordare alcuni episodi come la rissa scatenata da Lavezzi, per esempio, nell'ottobre 2007 all'una di notte in una via del centro. Oppure la tentata aggressione di Navarro e Gargano a Santacroce, reo di aver insultato Lavezzi che gli aveva tirato addosso una lattina di «CocaCola». In quel contesto intervennero anche Gargano e Navarro a sostenere il Pocho, proprio a sancire una linea di demarcazione fra sudamericani e resto del mondo. Quando le cose sono filate lisce nessun problema, ma ora che la crisi è profonda le spaccature emergono. Le bravate dei sudamericani sono diventate una consuetudine. La presenza di Lavezzi, Navarro, Gargano e Zalayeta è spesso segnalata in ore notturne in discoteche e ristoranti. «Basta con questo tipo di vita, portali tutti in ritiro», hanno urlato i tifosi a Marino domenica nel drammatico faccia a faccia che il d.g. ha avuto con una parte di tifoseria inferocita per l'ennesimo risultato negativo. Un comportamento che ha indispettito gli altri compagni. Agli sposati, per esempio, non è mai andato giù l'atteggiamento protettivo che Marino ha sempre avuto nei confronti dei suoi prediletti, ovvero quei sudamericani che avrebbero dovuto fare la differenza...

Caro Empoli, che ti sta succedendo?

I campionati non si vincono né in estate, né sulle lavagne degli esperti. 

Un concetto ancora più evidente quando si ha a che fare con il torneo cadetto, capace di offrire ostacoli imprevisti non appena cala la concentrazione, con tardiva presa di coscienza di tornare prima possibile con i piedi per terra. Difficile comprendere cosa stia succedendo all’Empoli, protagonista di un rendimento altalenante soprattutto in trasferta, assolutamente ingiustificato se si osserva la forza dell’organico, peraltro rinforzato a gennaio. Se si vuole andare avanti con Baldini, non si possono più commettere passi falsi. Ormai scocca l’ora dell’atteso ritorno di Flachi; fosse almeno avvicinabile al campione ammirato al Doria, beh potrebbe rivelarsi l’uomo della svolta.

Vietato mollare in coda. Avellino e Modena sembravano ormai spacciate; a seconda dei casi le penalizzazioni, crisi societarie, problemi d’organico, buona dose di sfortuna, scelte tecniche errate hanno complicato le cose, ma non esiste alcuna compagine disposta a tirare i remi in barca. Gli irpini, ai quali sembrava terminata la linfa trasmessa dal subentrante Campilongo, stanno invece dimostrando di dare il 101% rispetto alle qualità dell’organico. I canarini, anche se senza le penalizzazioni altrui sarebbero con un piede e mezzo in Lega Pro, stanno tentando un’incredibile rimonta con l’avvento di Apolloni in panchina. Non elevate le percentuali di riuscita, ma nessuno vuole sprofondare senza alzare la testa.

Dopo l’exploit con il Cittadella, le esperienze a Brescia Bari avevano fatto perdere terreno a Maran, tra i migliori tecnici emergenti in circolazione. A Trieste ha trovato l’ambiente giusto per far emergere il proprio credo tattico, avallare un progetto tanto ambizioso, quanto cullato in un’atmosfera di serietà e umiltà: dare fastidio in zona playoff a compagini più quotate, finora tutto sta funzionando alla grande.

Il Lione ci crede: "Caro Barça, di solito i pronostici..."


Se 
Inter-Manchester United è l'ottavo di finale che sulla carta mette di fronte la superfavorita dellaChampions League ad una delle formazioni più agguerrite e forse la più forte d'Italia, lo scontro tra Lione e Barcellona rappresenta una vera e propria "gatta da pelare" per i francesi. Spesso pronti ad avere nella Champions uno degli obiettivi principali della stagione, vista l'egemonia interna, i lionesi hanno trovato nel sorteggio della Coppa dei Campioni un vero e proprio ostacolo tosto da superare. Non fanno difetto di fiducia però il centrocampista Juninho Pernambucano e l'allenatore Claude Puel, pronti a fronteggiare Messi e compagni con grande voglia di contrastarli. "Ci siamo concentrati solo sul turno di campionato contro il Nancy - ha detto Juninho - perché sarebbe stato difficile ottenere un buon risultato se non avessimo offerto tutta la nostra dedizione all'impegno. Il goal di Benzema ci ha consentito di dormire sonni tranquilli. Ora arriviamo al match contro il Barça...". Un match che, molto probabilmente, vedrà molti tifosi europei parteggiare per i francesi, considerato che i blaugrana sono una delle candidate alla vittoria finale. "Arriviamo all'impegno dopo aver sofferto per qualche infortunio: incontriamo la miglior squadra d'Europa e proveremo a fare la nostra partita. In queste competizioni si gareggia per 180 minuti: i catalani hanno segnato tantissimo in questa stagione. Speriamo che non si ripetano...". Anche Claude Puel, si dimostra concentratissimo sull'evento. "Nello scorso weekend ho preservato qualche giocatore e il gruppo ha fatto il pieno di fiducia. Qual è il nostro obiettivo? Mantenere fino le nostre possibilità per il match di ritorno. E poi quel giorno, giocarci tutto". Torniamo a Juninho, perché c'è consapevolezza, nel brasiliano del Gerland, di poter ambire a qualcosa di importante: "Non possiamo dire chi sia favorito. Quando lo abbiamo fatto, è andato male. E' logico però che stiamo per giocare, come già detto, contro la squadra più forte della competizione. Ma si sa, a parole le cose sembrano in un modo, la realtà del campo, poi...".

Lo sceicco del City rilancia: ora vuole il 40% del Milan

Dopo 23 anni di Milan targati Silvio Berlusconi, potrebbe iniziare una nuova era. Gli sceicchi stanno per sbarcare a San Siro. L'Abu Dhabi United Group for the development and investment è pronto a rilevare il 40% del pacchetto azionario del Milan versando nelle casse sociali una cifra monstre, pari a 500 milioni di euro. Gli arabi avevano avanzato la proposta a margine dei colloqui tenutisi per Kaká nel mese scorso quando il fuoriclasse brasiliano era a un passo dalManchester City. Se all'epoca lo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nayhan aveva puntato sull'ex Pallone d'oro per rendere più prestigioso il marchio della seconda squadra di Manchester, ora ha intenzione di andare oltre, entrando nella proprietà del club più titolato al mondo, la squadra che vanta tre palloni d'oro (Kaká, Ronaldinho e Shevchenko).

Pare che nelle ultime ore la Fininvest, di cui il Milan è una controllata, abbia fornito l'ok a iniziare i dialoghi. Nel tempo Silvio Berlusconi ha ripetuto che «il Milan è una questione di cuore», forse ora dopo anni di disavanzo, stufo di ripianare le perdite del club, il Cavaliere potrebbe cambiare idea. Del resto non è un mistero che la figlia Marina, presidente di Fininvest, abbia a più riprese mostrato insofferenza per il mantenimento di un club così costoso. Primo in Italia per fatturato (210 milioni di euro), secondo il report di Deloitte pubblicato solo due settimane fa, il Milan è ottavo in Europa. Ma i contratti dei giocatori sono costati al Milan 124,91 milioni di euro. L'ultimo bilancio si è chiuso con una perdita di esercizio di 31,98 milioni. Tra l'altro è curioso ricordare che Mansour, sceicco appartenente alla famiglia regnante di Abu Dhabi, attraverso il fondo sovrano di Abu Dhabi, controlla già il 5% di Mediaset. Ovvero, dopo Silvio Berlusconi c'è lui.

Vialli, il doppio ex: «Contropiede e difesa bassa, così la Juve potrà farcela»


Gianluca Vialli, come finisce questo Italia-Inghilterra di Champions? 
«Io dico 2-1 per noi. Perché consideriamo il calcio un lavoro, mentre per loro è sempre stato un gioco. Anche se negli ultimi anni ci hanno superato grazie ai tecnici stranieri che hanno portato organizzazione e metodi più professionali, continuano a ritenerci quelli che vincono le partite in modo machiavellico». 
Chelsea-Juve è la sua partita. 
«E io sono felice di questo incrocio, così potrò sfottere gli amici inglesi o quelli italiani. Sulla carta è favorito il Chelsea, ma la Juve di sabato è la squadra più umile che abbia mai visto: ha accettato che fosse il Palermo a fare la partita e poi sfruttato le occasioni. Proprio per questo esprime il massimo contro le squadre più forti. Non mi è sembrata brillantissima, ma non so se per la condizione generale o perché si è risparmiata per domani». 
Hiddink è già riuscito a dare la sua impronta? «Sì, l'ho capito dall'atteggiamento dei giocatori. Il messaggio è: non era colpa nostra se andavamo male, senza Scolari siamo tornati forti. Adesso vorranno ribadirlo in Europa. Col vecchio allenatore sarebbe stata favorita la Juve». 
Come si ferma il Chelsea? 
«Ci sono duelli fantastici: Drogba e Anelka contro Legrottaglie e Chiellini, che insieme si migliorano a vicenda, dall'altra Del Piero e Amauri contro Terry e Alex, una delle coppie difensive più affidabili. Potrebbero spuntarla i difensori sugli attaccanti e a quel punto diverrebbe fondamentale il centrocampo, dove la Juve deve creare la superiorità numerica. Ma la cosa più importante è che la squadra di Ranieri punga continuamente per far capire al Chelsea che può fargli male in contropiede e non lasciarsi schiacciare». 
Da cosa deve guardarsi la Juve? 
«Dagli inserimenti di Ballack e di Lampard. Gli automatismi difensivi della Juve rasentano la perfezione, ma se c'è una squadra che può farli saltare è proprio il Chelsea. Io abbasserei un po' la linea di difesa».

Pradé contro Mutu


Va bene, la Champions League... Ma la domenica di vigilia per la Roma, trascorsa davanti alla tv a guardare le avversarie per il 3° e 4° posto non ha confortato i dirigenti romanisti: il Milan che riallunga con la spintarella di Inzaghi, il fallo di Mutu che propizia la vittoria viola... Il Ds Pradè, in partenza per Londra, non faceva nulla in aeroporto per nascondere il proprio disappunto: una smorfia del viso, parole pacate ma ferme. Ha seguito Fiorentina-Chievo e il suo finale: il fallo di Mutu su Mantovani che dà il via all’azione del goal della vittoria che risbatte la Roma al sesto posto. Brighi che non vede. «Ma come ha fatto, era lì! Il finale di Fiorentina-Chievo mi ha messo di malumore», dice il ds ai tifosi che lo avvicinavano.

Vieira non convocato per il Manchester: s'infuria


Patrick Vieira fuori dall’elenco dei convocati per il match contro il Manchester. La decisione presa daJosé Mourinho ha fatto notevolmente arrabbiare il francese che al termine dell’allenamento di ieri pomeriggio ha abbandonato la Pinetina molto contrariato e sorpreso dalla scelta dopo un colloquio di alcuni minuti avuto con il suo allenatore. La sua esclusione è di natura squisitamente tecnica perché l’ex bianconero ha fatto sapere di star bene, di essere pronto per giocare e di non aver più avvertito dolori al tendine d’Achille sinistro che lo ha tormentato per quasi tre mesi. Per Vieira è stata una doccia fredda perché, dopo i sacrifici fatti in Francia per tornare il prima possibile in campo, credeva di essere vicino al top. Sperava di essere titolare già sabato a Bologna ed invece, dopo i 15' nel derby, anche al Dall’Ara ha disputato solo l’ultimo spezzone del match. Quella di Vieira non è l’unica esclusione eccellente visto che neppure Materazzi, Mancini e Jimenez sono stati convocati. Anche loro per scelta tecnica. Matrix, reduce dal recupero dopo un lieve infortunio, credeva di essere almeno in panchina e invece come centrali gli sono stati preferiti Rivas, Chivu, Cordoba e Burdisso. Certo non ha gradito. Mancini e Jimenez, invece, con la tribuna stanno iniziando a prendere confidenza... 

Napoli sotto scorta: ostaggio degli ultrà

La bella favola del Napoli di Aurelio De Laurentiis, volato per lavoro a Los Angeles più lontano possibile, rischia di evaporare per una serie di eventi sconcertanti. Il club proiettato verso una dimensione internazionale di colpo è ripiombato in un passato buio, con gli ultrà a dettare legge e la squadra lasciata in ostaggio da una società incapace di farsi rispettare. Ieri sera, dopo tentativi di depistaggio per un incontro che doveva rimanere segreto, un gruppo di rappresentanti delle curve è stato ospitato a Castelvolturno — lì dove ai mass media è stato vietato nell'ultima settimana di seguire persino gli allenamenti — per un incontro con la squadra, col d.g. Pierpaolo Marino che abdica al proprio ruolo e consente un ulteriore precedente incredibile, dopo l'assedio di domenica e la decisione di un ritiro presa dai capi ultrà.

I giocatori sono smarriti, sconcertati per l'incontro «imposto» di ieri sera, impauriti e imbavagliati da una società che impedisce loro di parlare in pubblico, di difendersi dopo essere stati lasciati in pasto a una piazza ora inferocita. Inoltre i silenzi di Marino — unico dirigente con pieni poteri: conferiti dal patron De Laurentiis — a bocca chiusa dalla gara col Bologna, fa sì che all'apparenza tutte le colpe ricadano sul tecnico Reja e sul suo gruppo sfilacciato. Così non si fa altro che peggiorare la situazione sotto il profilo psicologico, con giocatori che da gennaio hanno passato più giorni in ritiro che a casa e che ieri sono stati costretti a ricevere le famiglie come «reclusi» a Castelvolturno, per le poche... ore d'aria concessa. Perché una cosa è giocare male, un'altra minacciare violenze. Idee e capacità non mancano a De Laurentiis, riuscito in 4 anni a rilanciare la squadra dalla C alla A, ma adesso si è a un punto di non ritorno. Per compiere un ulteriore salto di qualità occorre un'organizzazione societaria di ben altro profilo.

Milano pazza di Beckham: «Scudetto? Non è finita...»


Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sull’impatto diDavid Beckham sul Milan, ieri si è dovuto definitivamente ricredere. Lo Spice Boy ha raggiunto intorno alle 16.30 l’Adidas Store del centrale corso Buenos Aires invaso da tifosi e curiosi. Una folla talmente ampia (più di 500 persone di tutte l’età) che ha costretto i vigili a chiudere 200 metri di strada. Viabilità bloccata e palcoscenico a un Beckham super disponibile: sorrisi, autografi su cartoline e magliette - ne sono già state vendute 10mila in due mesi (quasi 1 milione di euro di incasso), in proporzione molte di più di quelle di Ronaldinho - ma soprattutto foto con dodici fortunati (e a scattare ci si è messo lo stesso David). «È pazzesco questo affetto, sono felice di passare giornate del genere. Milano è una città fantastica, spero - ha sorriso - di non aver creato disagi per il traffico...». Il pomeriggio è servito a Beckham per presentare la sua nuova scarpa, ma anche per ribadire la propria posizione: «Impossible is nothing, niente è impossibile, è un ottimo detto: se nella vita vuoi davvero qualcosa, ci devi credere. Io ho già detto che spero di rimanere al Milan. Tutti pensavano che venissi per motivi di pubblicità, invece... Aspettiamo». Beckham ha poi ribadito il proprio tifo per stasera («gioco nel Milan e sono cresciuto nel Manchester United, quindi...»), la speranza per lo scudettoè importante restare attaccati alla Juve e poi chissà, non dico mai che è finita») e ha risposto elegantemente al Mourinho polemico: «È un grande manager, rispetto la sua opinione, ma nonostante i punti di distacco dall’Inter considero il Milan la squadra italiana più forte. Inzaghi da squalificare? Non credo».

Adriano: «Io e Ibra li prendiamo a spallate»

Inizio gennaio, lei e Mourinho faccia a faccia: le parole che cambiarono tutto? «Mi disse: "Voglio che resti: qui ti vogliamo tutti bene, devi solo lavorare come si deve e questo dipende da te". Ero tornato dal Brasile e avevo paura di conoscere il mio destino: venduto? prestato? Quelle parole, che poi mi disse anche Branca, bastarono a ridarmi fiducia».

E da quel giorno Mourinho non ha smesso di martellarla? «Lui ha una cosa di bello: se hai dei dubbi, sa sempre come spiegarti cosa fare. Mi ricorda un sacco Prandelli, due allenatori diversi da tutti gli altri che ho avuto. Semplificando potrei ricordare quello che mi ha detto Mourinho un giorno: "Io ho due figli maschi: uno è a casa e uno sei tu". Sono allenatori che mi hanno parlato tanto, che hanno saputo come starmi dietro. E' il modo giusto per prendermi: diciamo il migliore per me».

E invece in questi giorni Mourinho cosa le ha detto? «"Vai in campo sempre con questa voglia, perché se ce l'hai dentro, non c'è difensore che ti può fermare"».

E' per questo che disse: contro il Manchester ci vuole la bestia? «Se c'è una cosa che non manca a me e Ibrahimovic è il fisico: difendiamo bene la palla, così la squadra può respirare, salire. E poi ci piace fare a sportellate, a me in particolare: è bello provare a far paura ai difensori. Sì, anche a Ferdinand: l'ho già affrontato con la nazionale, è molto forte, ma farò di tutto per metterlo in difficoltà».

Domani o a Old Trafford, un suo gol che vale la qualificazione: ci pensa? «Ho pensato che sarebbe il gol più importante della mia storia all'Inter. Ho fatto gol nel derby, è vero, ma di derby ce ne sono due all'anno: sfide così, invece, chissà».

E' la volta buona, per l'Inter? 
«Io dico questo: chi passa fra Inter e Manchester vince la Champions. Non chiedetemi perché, ma sento che sarà così».

Il Frosinone le suona all'Ancona, Pisa e Salernitana non si fanno male

Clamoroso scivolone interno per l'Ancona, sia nella sostanza che nella forma. I marchigiani, infatti, sono usciti sconfitti per 1-4 dalla sfida interna col Frosinone, trascinatoda Cariello.

Si è invece concluso sullo 0-0 un altro match che interessava due squadre della zona medio-bassa della classifica, vale a dire Pisa e Salernitana.

Ecco i risultati dei posticipi del 27° turno in Serie B:


Ancona-Frosinone   1-4
10' Cariello (F), 32' Eder (F), 33' aut. Scarlato (F), 51' Scarlato (F), 78' Cariello (F)
Pisa-Salernitana   0-0