Dovevano «mordere», dovevano avere «testa e gambe», e forse anche un po' di cuore, erano «carichi», lui li aveva visti così. Luciano Spalletti ha perso la partita e i suoi soldi, perché aveva scommesso sulla Roma. Non ha ancora perso la strada della Champions (ma quanto sarà dura all'Olimpico...), però sembra aver perso i suoi ragazzi. D'accordo, c'è solo un gol di differenza, segnato oltretutto su calcio di rigore. Ma la partita, in realtà, ha raccontato molto altro Arsenal e poca Roma. Chi si morde le mani, stasera, è Wenger. A Spalletti forse è andata di lusso così. Tanto brutta la sua Roma che vorrebbe fosse già l'11 marzo. «Al ritorno giocheremo tutta un'altra partita. Lo dico subito: abbiamo almeno il 49% di passare il turno». Come? Chi? «Il secondo tempo di stasera ci ha fatto capire cosa dovremmo fare all'Olimpico».Intanto, sono otto. Se la storia della Roma in Inghilterra è difficile, quella di Spalletti è un calvario: in tre anni e mezzo otto partite (comprese due amichevoli), otto sconfitte. Forse il Chelsea l'estate scorsa l'ha scartato anche per questo, non solo per le difficoltà con l'inglese.Ieri sera, un errore grave: non schierare Pizarro dall'inizio. «Sì, forse con lui in campo anche nel primo tempo avremmo fatto una buona partita». Perché non l'ha messo? «Ho fatto delle considerazioni», evidentemente sbagliate. Spalletti salva la ripresa, quando «abbiamo fatto girare la palla e giocato con più personalità». Bisogna sperare, «faremo tutta un'altra gara al ritorno», ripete Spalletti, ma bisogna pure interrogarsi sulla prestazione di ieri. «In tanti hanno giocato al di sotto del loro livello, anzi in troppi. Continuo a dirlo: nel calcio sono la forza e la corsa a fare la differenza, non la tecnica. E in Inghilterra ce lo ricordano spesso». Dovrebbe dirlo ai suoi, però. E infatti sul finale arriva la bastonata. «L'11 marzo la Roma sarà diversa in tutto, anche se sarà difficile sopperire all'assenza di De Rossi».


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