
Vi immaginate il Milan in mano allo sceicco Mansour?Beh, l'offerta c'è stata. Se n'è parlato a gennaio, nei giorni della trattativa per la cessione di Kakà al Manchester City. Un'iniezione di denaro da 500 milioni di euro che aveva ingolosito più di qualcuno a Cologno Monzese, nonostante le smentite di ieri all'indiscrezione del Corriere della Sera. Tutto quel denaro in cambio del 40% delle azioni avrebbe permesso di far quadrare i conti rossoneri, ormai condannati al rosso perenne. Anche nell'ultimo esercizio la proprietà ha dovuto ripianare per 31 milioni di euro. Un sacrificio che i manager Fininvest (a cominciare da Marina) non considerano più sopportabile, visto che il club rientra nella galassia-Mediaset. Tuttavia il netto no di Silvio Berlusconi ha subito bloccato ogni discorso con gli emissari dello sceicco. Il premier ci tiene troppo alla sua creatura calcistica per accettare di condividerne la gestione. Costi quel che costi. Non a caso in quelle ore convulse il presidente (in sonno) ha voluto annunciare di persona il no di Kakà al City. Una scelta di fede per entrambi, a giudicare dalla doppia lusinga partita da Abu Dhabi. Se la storia della vendita del Milan va considerata ormai alle spalle, altrettanto non si può dire per le stelle rossonere. La questione finanziaria è tuttora in piedi. Nelle scorse settimane l'a.d. Galliani ha dovuto frenare sull'ingaggio di Agger dalLiverpool. In questo momento il budget è risicatissimo. Anche per questo si fatica a chiudere con il Galaxy per Beckham. E la storia si riproporrà anche nei prossimi mesi. Sì, perché il presidente del Consiglio, al di là dalle remore familiari, non può avallare spese da capogiro per l'amato Milan nel momento in cui il Paese è chiamato a nuovi sacrifici a causa della grave congiuntura economica.


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